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Perché non possiamo prescindere dalla Shoah come evento paradigmatico di sopraffazione dell'uomo sull'uomo? Adorno riteneva che non fosse più possibile scrivere poesia dopo Auschwitz, tanta era stata la violenza annichilente dell'universo concentrazionario dei Lager. La ferocia nazifascista spezza le vite di milioni di deportati, ne nega l'identità, privandoli di ogni forma di diritto. Il comando tedesco distrugge i legami comunitari, sovverte le leggi della società, istituendo una macchina per l'annientamento dell'uomo. Contro l'ideologia della razza, la parola dei testimoni sopravvive e si erge a difesa. Primo Levi, scampato all'inferno, forgia nel suo laboratorio di chimico, testimone e scrittore una parola inscalfibile, resistente all'oltraggio. L'autrice entra in questo laboratorio e prova ad osservarne le componenti linguistiche, psicologiche e sociali che, come reagenti di potenza straordinaria, innescano nel lettore reazioni emotive di un'intensità straordinaria. Primo Levi con ustionante pacatezza ci richiama, di fronte ai crimini commessi, al nostro ruolo di giudici, affinando la nostra capacità di riflettere sul contagio del male.

 

L'Autore

Caterina Frustagli (Bollate 1976) è una psicologa ed un’insegnante della Scuola Primaria.
Lavora con bambini, adolescenti ed adulti provando ad accompagnarli in percorsi di crescita. Si occupa inoltre di contribuire alla formazione di futuri insegnanti,conducendo laboratori universitari presso l’Università Cattolica di Milano.Con il progetto “La parola rende  liberi” ha guidato un gruppo di detenuti del carcere milanese di San Vittore in un percorso di alfabetizzazione letteraria.
Utilizza la parola come strumento di lavoro d’elezione, ritenendola ancora il mezzo più potente per cambiare se stessi ed il mondo.
Questo è il suo primo saggio.

Primo Levi davanti all'assurdo. Dire l'indicibile Primo Levi davanti all'assurdo

SKU: ISBN: 9788899141448
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