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Nonno Pietro non ha mai voluto parlare con nessuno dell'esperienza della guerra, né con la moglie, né con i figli, ma con me era diverso... quasi ogni giorno gli chiedevo di farmi vedere le fotografie della guerra.Dopo aver sottolineato, e voleva che lo tenessi bene a mente, di non aver mai utilizzato le armi iniziava a raccontare…

Poi ricevo da mia nonna il diario ed iniziando a leggere provo una sensazione  che non è facile descrivere: il nonno ha 28 anni e 10 mesi nel momento in cui inizia a scrivere, esattamente la stessa età in cui io  inizio a conservarlo e studiarlo.

Ho deciso di leggerlo, studiarlo incrociandolo con le fonti bibliografiche "ufficiali" e la diaristica scegliendo di mantenermi fedele al suo modo di scrivere. Era scolarizzato fino alla sesta elementare e il suo linguaggio, semplice e quotidiano è ricco di francesismi (il dialetto di Cilavegna, al confine con il Piemonte, è molto simile al francese) e di "errori" grammaticali che ho volutamente conservato.

Il suo diario consente di vedere la vita dei soldati da un punto di vista meno consueto rispetto ai diari ed alla memorialistica più nota: la vita quotidiana delle retrovie a decine di chilometri dalla prima linea e accanto al Comando Csir, a Stalino, fatta di momenti di svago alternati a momenti di grande tensione e sofferenza (la gioia della vita e la visione della morte si fondono in questa esperienza così lontana da casa).

 

La curatrice Ornella Colli

Mio nonno Pietro Colli (Cilavegna 16/05/1912 - Milano 08/05/1991) ha conservato gelosamente il diario composto da un quaderno contabile russo e due fogli aggiunti che ha scritto durante il periodo della Campagna di Russia. Io ho trascorso quotidianamente i miei primi 17 anni con lui e ricordo che non ha mai voluto parlare con nessuno dell'esperienza della guerra, né con la moglie, né con i figli, ma con me era diverso... quasi ogni giorno gli chiedevo di farmi vedere le fotografie della guerra e lui con dovizia di particolari mi raccontava prima di tutto di non aver mai utilizzato le armi e poi del rancio che preparava sia ai commilitoni sia ai bambini ucraini che si presentavano. Partito nel mese di luglio 1941 nei reparti di sussistenza che seguivano la Divisione Torino, il suo diario consente di vedere la vita dei soldati da un punto di vista meno consueto rispetto ai diari ed alla memorialistica più nota: la vita quotidiana delle retrovie a decine di chilometri dalla prima linea e accanto al Comando Csir, a Stalino, fatta di momenti di svago alternati a momenti di grande tensione e sofferenza (la gioia della vita e la visione della morte si fondono in questa esperienza così lontana da casa). Dopo la guerra si è trasferito a Milano, svolgendo l'attività di tranviere, si è sposato ed ha avuto due figli, Angelo, il primogenito ed Edoardo. Il diario è stato affidato a me, figlia del primogenito (Colli Ornella, nata a Milano il 18/02/1974) da mia nonna Giuseppina Bonzanini, nel 2003 in virtù del rapporto che mi legava al nonno e per il fatto che ho scelto di intraprendere gli studi storici (nel 1998 ho conseguito il Diploma di Laurea in Storia, indirizzo medievale, presso l’Università degli Studi di Milano). É stato particolarmente toccante scoprire che nel momento in cui ricevevo il diario nelle mie mani avevo esattamente la stessa età in cui lui iniziava a scriverlo: 28 anni e 10 mesi.

La mia campagna di Russia CSIR – ARMIR Scritto dal 1941-1943

SKU: ISBN 9788832872637
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